-
CAPALBIO
Capalbio è un antico borgo circondato dalla campagna maremmana. All'interno delle sue mura si "respira" l'atmosfera dei secoli passati; percorrendo i vicoli, le piazzette, e gli antichi camminamenti, si ha l'impressione di tornare indietro nel tempo.
Oggi Capalbio è meta di un turismo esigente e frequentata da numerosi personaggi dello spettacolo che possono apprezzarne l'arte, la natura, i sapori di un luogo estremamente protetto e salvaguardato. Nel borgo di Capalbio, sulla torre merlata del castello aldobrandesco (che ancora conserva il pianoforte suonato da Puccini) e dalle sue mura, si ammira un panorama di straordinaria bellezza. Ricordiamo inoltre la quattrocentesca chiesetta di San Nicola e l'Oratorio della Provvidenza con affresco attribuito al Pinturicchio.
I boschi circostanti Capalbio sono territori ideali di caccia, che quì è pratica molto diffusa, in special modo quella al cinghiale. Sempre dal punto di vista naturalistico completano "l'insieme" l'oasi del WWF presso il lago di Burano, il mare, e la lunghissima spiaggia ridossata da una fitta macchia mediterranea. L'aspetto enogastronomico di Capalbio non è da meno: i suoi vini e la cucina a base di cacciagione sono apprezzati internazionalmente.
-
VITERBO
La città ha antiche origini, come si può ben capire dallo stesso nome (Viterbo deriva dal latino Vetus Urbs, cioè Città Vecchia), ed ha un vasto centro storico medioevale -con alcuni quartieri ben conservati- cinto da mura e circondato da quartieri moderni, tranne che ad ovest, dove si estendono zone archeologiche e termali (necropoli di Castel d'Asso, sorgente del Bullicame, teatro romano di Ferento). Viterbo è storicamente nota come la Città dei Papi: nel XIII secolo fu infatti sede pontificia e per circa 24 anni il Palazzo Papale ospitò o vi furono eletti vari Papi. Papa Alessandro IV decise nel 1257 il trasferimento della Curia Papale nella città a causa del clima ostile presente a Roma; il soggiorno papale durò fino a quando papa Martino IV, appena eletto (22 febbraio 1281), allontanò definitivamente la corte pontificia da Viterbo.
La città è famosa per il trasporto della Macchina di Santa Rosa, tradizionale e spettacolare manifestazione che si svolge ogni anno il 3 settembre in onore della Santa patrona: una struttura illuminata, alta 30 metri e del peso di 52 quintali, viene portata a spalla da cento uomini, i Facchini di Santa Rosa, per le vie abbuiate della città.
-
TUSCANIA
La storia del popolamento di Tuscania ha inizio dalla fase finale del Bronzo. Il corso del fiume Marta e dei suoi affluenti sono il polo di attrazione dei primi stanziamenti arcaici nella zona, che si insediano sui rilievi naturali formati dall'erosione delle acque.
A partire dal VII sec. a.C., bene individuati dalle rispettive necropoli, si definiscono sette insediamenti, collocati sulle alture che si snodano a sud e a nord dell'attuale colle di S. Pietro , considerato il fulcro del territorio ed il riferimento religioso-commerciale del complesso abitativo immediatamente adiacenti e di un più vasto territorio che fa corona in un raggio di almeno dieci chilometri.
A differenza di quasi tutti i centri arcaici etruschi, in Tuscania l'aggregazione dei villaggi in un'unico centro si verifica molto lentamente, fino a stabilizzarsi dalla seconda metà del IV Sec. a.C.. Evidentemente l'intreccio dei traffici economici, che fanno capo a questo nodo viario, introduce forme e spinte culturali che, almeno a periodi alterni, promuovono l'influenza di una cultura sulle altre, rallentando l'unità fisico-politica del Centro.
Nella prima fase arcaica, Tuscania fa certamente parte del territorio di Tarquinia , la cui influenza culturale si evidenzia nell'uso frequente e massiccio delle tombe ogivali con fenditura superiore o a camera assiali, con columen rappresentato in negativo.
L'uso contemporaneo di tombe a dado e semidado inserisce Tuscania nella cosidetta cultura delle tombe rupestri di prima fase arcaica (Blera, San Giuliano, San Giovenale), ritenuta anche questa di chiara ispirazione ceretana, come quella più evidente nei tumuli a tamburo circolare della necropoli di Ara del Tufo..